dicembre 17, 2006

La Storia del Santo Natale


La sera di un qualsiasi dicembre di un anno qualsiasi alle 1.30 di notte ad un angolo imprecisato di una fermata del mezzo la cheffa aspettava il suo ultimo tram. Lavorava fino a tardi e tra una cosa e l'altra se ne tornava a casa tardissimo (inspecie a dicembre che tutti stanno a festeggiare il Santo Natale). Il tram finalmente passò, la cheffa ci salì e stancamente arrancò alla panca di legno e ci si buttò a peso morto. Poi alzando lo sguardo mise a fuoco gli altri passeggeri: tre extracomunitari che parevano dei lavapiatti e in effetti lo erano (la città era piccola) che conoscevano la cheffa e che cordialmente la salutarono. Lei sorrise loro e passò oltre. Due ragazzi con l'ipod a tutto volume, una compagnia mista di studenti e una donna di colore con tacco a spillo di legno e calzettoni neri riversa sui sedili di legno accanto alla cheffa chiaramente in coma. La cheffa si mise le cuffie che non voleva sentire nessuno e alzò a tutto volume la propria colonna sonora. Ma il tram non partì. Il tramviere si affacciò e disse: Non posso partire, sto chiamando l'ambulanza.
Sconcerto di tutti. La cheffa agognava il suo letto e la sua casa e chiese infastidita: Come mai?

Tramviere: Quella donna (indica Taccodilegno riversa sul sedile accanto alla cheffa) pare morta e non posso partire... Immane disappunto di tutti passaggeri che guardarono con stizza taccodilegno che beatamente ronfava. Uno dei due ragazzi con l'ipod le si avvicinò, la scosse dolcemente, nulla. Taccodilegno stava immobile. Si volse verso gli altri e domandò quasi speranzoso:
'E' morta?'
La cheffa osservò l'impercettibile sali e scendi dei polmoni e rispose: 'No, è in coma sfatta!'

L'altro ragazzo si avvicinò e fece lo stesso tentando di svegliarla. Man mano si diede un via ad un via vai dove tutti i passeggeri toccarono e spinserono chi più dolcemente chi più aggressivamente Taccodilegno, che per dovere di cronaca non diede segno di vita. Immobile. In coma.
La cheffa chiese:
'Ma lasciarla in pace?' e rivolgendosi al tramviere 'mi scusi ma partire no?!'
'Signora non posso'

Cheffa stupefatta 'Perché no?'
'Ma magari sta male!
'
La cheffa orripilata 'E' ubriaca fradicia, sta dormendo, non sta morendo'
I ragazzi scoppiano a ridere, e qui tra i passeggeri e il tramviere inizia una lunga discussione e disquisizione sullo stato di salute di Taccodilegno. L'ambulanza non arrivava. Passavano i minuti, oramai s'era giunti alla pratica mezzora. Eppure tra passeggeri s'era instaurata un'aria conviviale e salottiera, mancavano un paio di bicchieri e alcune tazze da tè, ma l'atmosfera era quella, S'era seduti a fare conversazione sulla notte, sul perché Taccodilegno s'è ubriacata e sulla sua travagliata e ovvia tragica esistenza. I due ragazzi con l'ipod, due sensibiloni, avevano già una trama pronta: era stata lasciata dal suo grande ammmmore, s'era incamminata per le vie della città fermandosi a ogni bar a bere ma la cheffa fece notare che andare in giro per la città con il tacco di legno non era proprio il massimo del podismo peripatetico e che oltre a bere questa magari s'era calata qualcosaltro, perché da vedersi Taccodilegno pareva oltre che ubriaca strafatta.
Ridendo e scherzando perché la cheffa a quell'ora non ci riusciva a incazzarsi e quindi l'aveva presa sul ridere chiese provocatoriamente:
'Ma spostarla da questa panca a quella?' e indicò quella sotto la pensilina.
Tramviere sconcertato da tanta cattiveria: 'Ma non si può fare!'

'Come no? guardi qui ci sono un sacco di baldi giovani, che ne dite?' la cheffa volse lo sguardo verso gli altri. Tutti si misero a ridere 'Ma no adesso arriva l'ambulanza, ma no dai poverina...'
'Poverina?!' la cheffa inorridita da tanta bontà affermò 'Se stavamo sulla metropolitana di Tokyo veniva sbattuta fuori al capolinea, e finiva di dormire per terra!' proseguì allegramente 'che il ritardo non viene molto concepito'
'Sì certo signora ma qui siamo in Italia, mica siamo così cattivi qui...' Il tramviere osservò con innegabile logica da buonista.

Giunse alla fine l'ambulanza, il medico tentò vanamente di svegliarla, uno dei ragazzi prognosticò 'Adesso si sveglia e si incazza, questa si è fatta di ogni, si alza e ci spara addosso'.
Finalmente la misero su una lettiga e la portarono via. Taccodilegno non si svegliò se non la mattina all'ospedale e pensò d'essere in un incubo che lei era appena salita sul tram.
Il tram ripartì, e l'atmosfera continuò ad essere allegra. La cheffa chiaccherò con i due ragazzi ed entrambi sembrarono felici che quell'ora avesse acquistato un valore diverso. Un'altra avventura durata una notte. Ambedue provenivano dal Sud e dichiarano quanto fosse inumana e crudele la metropoli e la cheffa invece negò l'evidenza affermandone la bellezza
senza il controllo sociale della provincia.
'Sì però qui puoi anche morire e nessuno se ne accorgerebbe'. Dichiararono convinti.
Al che la cheffa osservò che il tramviere s'era comportato in modo degno e onesto, ed era stato doverosamente etico nel suo lavoro e giustamente preciso nel chiamare l'ambulanza che non poteva di certo lasciare taccodilegno riversa sulla panca.
Quando il giorno dopo la cheffa lesse di una donna morta trascinata per metri da un autobus perché l'autista stava chiaccherando al cellulare, si chiese quanti tra quelli che fanno bene il proprio lavoro debbano pagare l'ingiustizia di pochi balordi che non lo fanno.
E si può anche aprire un approfondito dibattito sulla rivoluzione dal basso e della volontà di riuscire a decidere in quanto poveri e sfigati individui ma sta di fatto che in quanto massa rimaniamo una banda di ignoranti e solo in quanto individui giriamo portandoci appresso un cervello.
Qui si spera che vi siano solo quattro generazioni affinché l'ignoranza s'ammorbidisca verso una maggiore conoscenza e chissà: si inizierà a vivere meglio?

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11 Comments:

Blogger cat said...

ma c'hai la calamita che 'sti personaggi li incontri tutti tu?
Secondo me anche il rotolare di un piccolo sasso può far smuovere una montagna! viva il tramviere
(quando abitavo a quarto oggiaro, una sera, circa le 11, l'autista della 40 si ferma, guarda in vettura, dice: scusate un attimo,(eravamo io e altri due passeggeri) accosta, scende e si infila in un bar-panetteria, risale in autobus con un sacchetto pieno di cornetti caldi e ce ne offre uno come per scusarsi: mi era venuto un buco allo stomaco! giuro,..il bello della metropoli, saluti golosi cat

12:44 AM  
Blogger lapiccolacuoca said...

@cat: SI'!! e non lo dico per dire, sul serio, ne incontro di ogni, inspecie la notte al rientro dal lavoro, che ti devo dire: aprono le gabbie!

12:42 PM  
Blogger Erik, il Vikingo said...

Wow! è tornata Piccola Cuoca, ed anche se scazzata-incazzata-sfatta dal lavoro dà sempre il meglio.
Ribadisco i miei giudizi su di te.
Ancora una volta ritieniti fortunata: io per tornare a casa devo fare solo tre rampe di scale e non mi possono capitare avventure notturne. Prendila sotto questo punto di vista.

9:46 PM  
Anonymous Anonimo said...

che bel raccontino
l'atmosfera natalizia, la città inospitale ma dal cuore grande, il finale dickensiano ma non troppo, il cattivo di turno (la cheffa) che alla fine viene redento dal buon tramviere
:)

9:12 AM  
Blogger lapiccolacuoca said...

@kush: sono tanto kattiva dentro! fate qualcosa! il tramviere comunque mi ha fatto ritornare a casa alle pratiche 2.45 di notte! adesso non voglio dir nulla ma 'sto buonismo a me ha stracciato le ovaie.

1:28 PM  
Blogger RoVino said...

Ciao piccola grande cuoca, passavo di qui per augurarti feste romantiche e spensierate...
Rob

11:18 AM  
Blogger Sandra said...

Piccolagiò!
Mille auguri per un natale sereno..pieno d'amore!!
P.s. ci si vede a Gennaio?
bacioni

12:13 AM  
Anonymous Anonimo said...

Auguri piccola cuoca e non ti stancare troppo a Natale!


Anna_AR

4:49 PM  
Anonymous Anonimo said...

"sta di fatto che in quanto massa rimaniamo una banda di ignoranti e solo in quanto individui giriamo portandoci appresso un cervello."

Parole sante.

Buone feste tesoramia :-**

2:12 PM  
Anonymous Anonimo said...

Gino, angelica, alessandro, daniele, walter, brusa e ovviamente FREDDY augurano un buon Natale alla Superpiccolacuoca.
Ci vediamo per l'ultimo dell'anno.

4:45 PM  
Blogger Orizzontidelgusto said...

Che la stella di Natale possa esaudire gli auguri che ti sono stati fatti...

Barbara

6:48 PM  

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